Jacopo Ernesto Gasparrini

 
︎ Étant donnés ︎
︎ Write me a love letter ︎

The project — 
Images suck
Complimenti!
Soft Spam ︎ 

Graphic Design? 
Brand tailoring
Visualizing
       
Institutionalizing 
︎ Statement ︎
People writing better than me︎
Where did I saw you?
︎ Interviews ︎

The blog 
        ︎︎︎︎︎
        Link Roulette

Who?
Visual Artist.
Born and raised in Rome, 1993.
BA in Design and Visual Communication, Politecnico di Torino, Turin, Italy.
MFA in Painting, Accademia di Belle Arti di Brera, Milan, Italy.
Mark
2021 –
    Arianna Desideri

15.05.2021
Spazio In Situ
Evento 01
Artist 01. Jacopo Ernesto Gasparrini

Arrivo senza aver fatto colazione. E subito si prospetta una visita che mi richiede di essere lucida. Eppure, me la cavo bene. La mostra, da subito, è visitatissima. Un boom di gente, sin dalle 11:00. Conosco Fabien Zocco, un artista di Lille che porta avanti una ricerca che mi sorprende molto, sul dialogo tra umano e robotico, cercando punti di contatto e transfer. Porta in mostra due opere: una in cui cerca di insegnare all’algoritmo la lingua italiana, un’altra in cui traduce in movimento di mani un dialogo di Odissea nello spazio.
Parlo, parlo e riparlo. È complesso spiegare qualcosa a un* sconosciut*. È difficile aprirsi all’imprevisto della critica, della domanda a cui non avevi ancora pensato, dell’incomprensione che ti fa capire di dover moltiplicare la chiarezza del concetto.

1. “Ah, allora sei tu la curatrice della mostra!”, “No, io sono la curatrice di un progetto dentro una mostra di artist*, la mostra in sé l’ha curata il team di ISIT.magazine”
2. “Certo che la tua tenda si vede proprio bene eh, un po’ invadente”
3. “Quindi hai preso il format di ISIT e l’hai replicato?”
4. “Ti sei cacciata proprio in un bel guaio con tutti ‘sti artist*, auguri”

Questi solo alcuni dei commenti. È vero che, spesso, si tende a ricordare di più le cose spiacevoli, che ti pizzicano, più che quelle belle, che ti accarezzano. Ma da lì si parte, si riflette, si va oltre, si intraprende una nuova direzione o si continua ostinat* sui propri passi.
Può sembrare assurdo, ma non vi è stato attimo in cui io abbia condiviso con Jacopo una visita nella tenda. Ci siamo scambiati, intervallati, persi e ripersi; una ha spiegato il lavoro dell’altro e viceversa, ma mai insieme il lavoro insieme. Sarà forse un segno o una spontanea situazione rispecchiante un rapporto? Con Jacopo, devo dire, vi è stata un’immersione parziale nel lavoro, piuttosto un occhio esterno, una condivisione di un percorso avviato. La sua ricerca sul trofeo era già in itinere, già concretizzata in serie. Le mie sono state letture sul concept e consigli al livello installativo. Forse un classico rapporto curatrice-artista, nato però come un’anomalìa su Tinder, che passa attraverso specchi rotti. Una metafora. 
Verso le 17:00 prendo una pausa e mangio 2 tramezzini con Sofia, Chiara ed Erika al bar. Alle 18:00, al mio ritorno, lo spazio quasi straborda. Incontro Alessandro, incontro Luca, arrivano le mie amiche-sorelle-compagne di vita, per supportarmi, sorprendersi e bere qualche birra. Ecco, le birre in lattina a Spazio In Situ non mancano mai, sono come un marchio di fabbrica, un elemento distintivo di ogni opening. La generosità è di casa.